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mercoledì, marzo 07, 2007

Cina, la via della seta




In Cina, d'altronde, il segreto di quel prodotto così fondamentale nei rapporti commerciali con il mondo occidentale era custodito con la massima cura, tanto che l'esportazione dei bachi da seta era proibita da una legge severissima. Solo intorno al 420 dopo Cristo, durante la profonda crisi che divise la Cina nei tre imperi Wei, Wu e Shu, la figlia di un imperatore si rese colpevole di un crimine che, secondo la legge, era punibile con la morte. Concessa in sposa a un principe di Khotan - una delle città Stato del bacino del Tarim - per assecondare i desideri del marito, la "principessa della seta" riuscì a contrabbandare le uova dei bachi da seta e i semi di gelso, nascondendoli nell'ornamento della sua acconciatura. A quell'epoca, le città del bacino del Tarim - nell'attuale Regione autonoma cinese dello Xinjiang - erano tappe obbligate per chi, provenendo da Xi’an (allora Chang'an), percorreva il Gansu e si apprestava ad attraversare l'Asia centrale tra mille insidie.


L'anno scorso (2006) è stata la mostra, La Cina al Castello di Duino, in occasione dell’iniziativa diplomatico-commerciale denominata “l’anno dell’Italia in Cina”, nello spirito di una sorta di “gemellaggio culturale”.

  1. Ritratto della poetessa Li QuingZhao (1084-1155) , la più importante dell'epoca della dinastia Song; rotolo verticale, dipinto su seta ; 98x71 cm.

  2. Castello di Duino-Trieste
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